venerdì 2 maggio 2014

Buona visione


«Un piccolo viaggio dalla Valleogra a Tenno nell'alto Garda diviene lo spunto per alcune riflessioni sul rapporto tra modernità e paesaggio». Con queste parole semplici semplici Marco Milioni inizia un post pubblicato su Taepile.net nel quale si dà l'incipit ad un breve documentario da lui realizzato con la mia collaborazione. «Al centro di questa riflessione - spiega Marco, che conosco da quasi vent'anni - c'è il borgo medievale di Canale di Tenno che con i suoi dintorni detta i tempi del breve documentario pubblicato su questo portale... Un filmato reso possibile grazie alla partecipazione di Enrico Rosa e del circolo l'Esagono. Buona visione». Al di là della autocitazione, ironicamente autocommemorativa, mi fa piacere che ad una delle tante uscite organizzate dal nostro circolo siano stati donati suono ed immagine. Auguro a tutti una buona visione.

Enrico Rosa

lunedì 2 dicembre 2013

Piano casa e grandi opere: un doping alla veneta

Oggi Il Corriere della Sera pubblica una lunga analisi di Gian Antonio Stella che trova posto in prima pagina e che poi prosegue a pagina 21. Questo articolo, che accende i riflettori sul piano casa bis recentemente discusso dal consiglio regionale del Veneto è in qualche maniera l'epitaffio che accompagnerà la fine del paesaggio nella nostra regione, già martoriata da uno sviluppo che in questi anni mostra tutta la sua natura primigenia.

Se alle considerazioni di Stella aggiungiamo l'ennesima denuncia, pressoché inascoltata dalle istituzioni, che sabato è giunta da associazioni, comitati e semplici cittadini, durante la manifestazione «no grandi opere» tenuta a battesimo da Don Albino Bizzotto, ben si comprende che del Veneto che incantò Goethe rimarrà ben poco.

Ora, senza dubbio all'interno della pastoia che è diventato il tavolo politico delle grandi opere, spesso realizzate con la sciagurata finanza di progetto, allignano interessi opachi e poco rispettosi delle leggi. Le recenti inchieste sul sistema Venezia ne sono l'ennesima conferma. Allo stesso tempo non va dimenticato che condotte omicide nei confronti del territorio sono anche il risultato di un portato normativo che favorisce un andazzo in cui le decisioni che contano sono prese sempre, o quasi sempre, fuori dalle istituzioni.

Ma gli intrallazzi e gli assalti all'ultima diligenza da soli non bastano a spiegare la ferita profonda procurata al Veneto a sé medesimo negli ultimi quarant'anni. Un atteggiamento tanto vessatorio nei confronti dell'ambiente non si spiegherebbe se le classi dirigenti non avessero trovato nella popolazione un soggetto tutto sommato ben disposto nei confronti di questi cambiamenti. Una accondiscendenza che si può e si deve spiegare con l'approccio che i veneti hanno scelto per fare i conti con un passato di povertà dignitosa, che al posto di essere ricordato con sincero orgoglio, è stato sepolto nei piloni di cemento di capannoni, autostrade e improbabili villette. Una furia metodica, diabolica, sorda, silenziosa, ipocrita (basti pensare al continuo richiamo alle tradizioni) che in nome di un passato da cancellare ha confuso, volutamente, il «meglio» con il «di più». I numeri citati da Stella raccontano quindi di una anomalia veneta in in panorama nazionale comunque degradato. Il piano casa versione turbo, non è altro che l'ennesima razione di doping per un cavallo già gonfio di bombe oltre ogni limite. Tutti conosciamo le pressioni esercitate dalla lobby dei costruttori nei confronti del consiglio regionale. Ma quanto sta capitando in queste ore a Venezia, oltre che delinquenziale sul piano morale, è di una demenza assurda, perché la cosa si ritorcerà prima o poi su chi l'ha concepita.

Enrico Rosa

Autunno sul Faldo


Quante volte abbiamo percorso la statale per Recoaro o la strada che attraversa la valle del Chiampo? Quante volte ci siamo lamentati per l'ammasso cementizio che da anni vìola questo pezzo della nostra terra? Magari potrà essere pensato come un amaro amarcord, ma più a monte le zone degne di essere visitate non mancano. E la luce dell'autunno conferisce loro un quid notevole. Questo breve video (realizzato con un telefonino low cost sul Monte Faldo a Trissino) indirizzatomi da un'amica può dare un'idea di massima del temperamento che la luce e l'aria ci hanno regalato durante il week-end appena trascorso.

Enrico Rosa

venerdì 25 ottobre 2013

Venetkens, la grande mostra sui paleoveneti


Se lo volete vi dò un consiglio spassionato. Andate a Padova, se non lo avete già fatto, a vedere una mostra straordinaria che iniziata in aprile durerà sino al 17 di novembre. Nell'ambito della manifestazione «si potrà scoprire - tanto riporta marcadoc.com - come viveva questo popolo antico, come costruiva le abitazioni, ma anche come si procurava il cibo, come seppelliva i propri defunti, come si rivolgeva alle divinità, come si rapportava ai popoli confinanti e a quelli più lontani con cui entrava in contatto». E poi: «Il percorso è arricchito, infine, da una serie di postazioni multimediali per una navigazione virtuale finalizzata agli approfondimenti attraverso monitor touch screen. Ma di grande impatto sono anche alcune ricostruzioni, mirate a suscitare l’attenzione, ma soprattutto l’emozione, nel visitatore». Con ogni probabilità dell'evento potremo parlare durante uno dei nostri incontri informali, magari davanti ad una birra o un tè caldo. Fate vobis.

Enrico Rosa

I prenditori o imprenditori? Ai posteri...

Dopo i patteggiamenti milionari del Gruppo Mastrotto arrivano quelli della famiglia Marzotto. Avanti c'è posto verrebbe da dire. Che bella figura che ci fa il nostro comprensorio. Sui guai della famiglia più griffata d'Italia parla ieri l'altro, tra i tanti, Repubblica.it. Da noi, tranne gli articoli di prammatica dei quotidiani, la cosa è scivolata come l'acqua sulla formica ("i giornali i ne tira merda, ma el conte 'ne ga da' da magnare dio de dio! Roma ladrona, abbasso il fisco w Berlusconi, che governa coi comunisti però"). Ora a tirarla in ridere uno potrebbe anche buttarla sul campanilistico. Perché per i Mastrotto il giudice commina la pena detentiva (sospesa per carità eh) e per i Marzotto quella pecuniaria? Quelli della valle del Chiampo si potrebbero incazzare: che cos'hanno di più i cugini della valle Agno? Vabbé, è dal '500 o giù di lì che gli eredi territoriali dei Trissino hanno un po' la puzza sotto il naso. Ah sì, forse è quella delle concerie. In nomine patris et filii et spiritus sancti...

Enrico Rosa

sabato 19 ottobre 2013

Inquinamento e polveri sottili, questo tabù


«L'inquinamento dell’aria può provocare il cancro. Lo dice la massima autorità oncologica mondiale, lo IARC (International Agency for Research on Cancer) di Lione, l’Agenzia che per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità analizza e classifica agenti e sostanze per la loro capacità di provocare il cancro. L’inquinamento da polveri e sostanze assortite che affligge le nostre città è stato classificato nel gruppo 1, cioè sicuramente cancerogeno per l’uomo: come il cloruro di vinile, la formaldeide, l’amianto, il benzene, le radiazioni ionizzanti». Così scriveva ieri una testata on-line. E non stiamo parlando della Tribuna dell'ecologista, ma del Corriere della Sera. Ovviamente la notizia, nel volgere di un paio d'ore, è stata subito cacciata nel dimenticatoio. Ma sarebbe interessante, per esempio, metterla in correlazione con lo stato di salute dell'aria in valle dell'Agno e in val Chiampo. Oppure l'argomento è tabù? C'è qualcosa di nuovo oggi nell'aria, anzi di marcio, direbbe in queste ore Giovanni Pascoli.

Enrico Rosa

mercoledì 16 ottobre 2013

Caccia alla luce d'autunno


Sarà che gli impegni di lavoro non danno tanto spazio, sarà che non combacia quasi mai con le ferie, la stagione autunnale purtroppo è sempre un po' bistrattata, anche perché spesso è associata all'idea di maltempo e di fine del periodo estivo, associato a sua volta al concetto di relax. Sul quale peraltro a lungo si dovrebbe discutere. Come ogni anno in questo periodo mi armo di macchina fotografica e lungo la valle dell'Agno, o lungo quelle vicine, vado alla ricerca di qualche scorcio significativo (nel riquadro una foto che ritrae il bosco della Vallarsa tra Camposilvano e Campogrosso). L'autunno infatti fornisce una luce calda molto interessante sotto questo profilo. E come ogni anno in questo periodo formiamo un piccolo gruppo di esploratori fotografici alla ricerca dello scatto giusto. Chiunque sia interessato ad unirsi può contattarci via e-mail (comitato.esagono@gmail.com).

Enrico Rosa